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31 Anche Mario in un primo brevissimo tempo ne rise. I due fratelli stavano cenando insieme e fu sorprendente come dopo i primi bocconi presi con tutta calma, Mario ad un tratto, da solo, senza che nessuno gli avesse detto un'altra parola, si sentisse addirittura mancare scoprendo intera la burla. La scopriva con enorme sorpresa, e nello stesso tempo si sorprendeva di aver dovuto attendere una vaga parola d'avvertimento per saperla tutta. Aveva chiuso gli occhi apposta per non vedere e non intendere? Da bel principio egli aveva indovinato l'intima natura dei due messeri coi quali aveva avuto da fare e li avrebbe potuti smascherare subito quando in sua presenza i due svergognati s'erano abbandonati al riso. Perchè non aveva pensato, perchè non guardato? Ricordò ancora: sul naso affilato del tedesco gli occhiali avevano tremato per il riso trattenuto; un'oscillazione simile a quella di un motore su una vettura. Mario ebbe allora il pensiero tanto pronto e acuto che scoperse qualche cosa che dai suoi occhi era stato chiaramente percepito ma non ancora comunicato al suo cervello: quel pezzettino di carta tratto dal portafogli del tedesco, e che doveva scusare il riso cui i due compari s'erano abbandonati, era coperto di uno stampatello gotico. Gotico, tutto rette ed angoli. Ne era sicuro, come se lo vedesse allora. Perciò non poteva provenire da un postribolo di Trieste. Mentitori! E mentitori che gli avevano denotato il loro disprezzo non curandosi neppure d'essere accorti. Se era stato deriso, egli meritava qualunque punizione. E avrebbe voluto castigare se stesso subito, ficcandosi i denti nelle labbra. Ma tanta chiaroveggenza era tuttavia accompagnata da dubbio. Un'ulteriore dimostrazione della propria insanabile bestialità? Povero Mario! Un'evidenza per quanto intera, quando apporti tanto dolore, non è mai accettata senza un tentativo di oscurarla. Ognuno lotta contro il destino come sa, e Mario tentò d'arrestarlo dicendosi che non bisognava ammettere si trattasse di una burla finchè non se ne fosse scoperto lo scopo. Per il piacere di ridere? Ma è un piacere che il deriso non intende. Tentò però di liberarsi del dubbio non perchè gli sembrasse poco fondato, ma perchè gli sembrava contribuisse ad agitarlo ed aumentasse il suo dolore. Voleva passare la notte almeno nella certezza. E non c'era altra via di procurarsela che la riflessione. Fuori soffiava muggendo e ululando la bora, e se non fosse bastata a trattenere Mario, c'era anche l'impossibilità di raggiungere il Gaia il quale, specialmente di notte, era introvabile. |
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